NASTURZIO
Proprietà del Nasturzio officinale
Il nasturzio officinale o crescione d'acqua è una pianta officinale assai ricca di acido folico, calcio, manganese, ferro e fosforo, ma soprattutto di vitamina K, vitamina C, beta carotene, luteina e zeaxantina.
È da considerarsi una discreta fonte di omega-3 e sono numerose le proprietà che le vengono attribuite. La ricchezza di vitamine, specie l'acido ascorbico, la rendono un ottimo antiossidante, utile come diuretico, digestivo, espettorante e rimineralizzante.
Risulta essere un'ottima fonte di isotiocianati naturali, preziosi alleati nella prevenzione dei tumori, sopratutto quelli a carico dei vasi capillari (angiogenesi).
Rientra nella famiglia dei “cavoli”, se così possiamo dire, e condivide con esse molte caratteristiche nutritive e curative, specialmente quelle preventive dei tumori, in particolar modo quello al seno.
Tutte le sue proprietà si concentrano ancora di più nei suoi germogli, tra i migliori per la salute umana, ottimi come tonificanti, energizzanti, remineralizzanti. Contiene buone dosi di fibra alimentare e di proteine vegetali.
Modalità d'uso
Interno: il miglior modo di utilizzare il nasturzio officinale è quello di mangiarlo: scottato in mille ricette tradizionali dove sostituisce egregiamente qualsiasi altra verdura a foglia verde come spinaci, bietola o verza. Il sapore intenso e spiccato testimonia quanto nel nasturzio officinale siano concentrate tutte le sostanze comuni nella famiglia delle Brassicaceae. La raccolta delle foglie durante la fioritura della pianta previene un'eccesiva acidità delle foglie.
Esterno: macerati di semi di nasturzio officinale e le foglie pestate nel mortaio possono essere usate per proteggere e nutrire la pelle, e per lavaggi dei capelli tonificanti.
Controindicazioni del Nasturzio officinale
Effetti inibitori nei riguardi di alcune emoproteine sono stati riscontrati come potenziali effetti collaterali del crescione d'acqua. Sono possibili inoltre interazioni non positive tra i principi attivi del nasturzio e quelli di alcuni farmaci.
Un'eccessiva cottura della pianta provoca l'evaporazione dei suoi principi attivi, piuttosto volativi, rendendola in pratica non più utile.
Descrizione della pianta
La parte principale del nasturzio officinale sono le piccole foglie rotonde, verde intenso, spesse, mezzo principale per identificarne la specie ad una prima occhiata e parte più importante da consumare in cucina e da utilizzare a scopo fitoterapico ed erboristico.
Mentre le radici devono stare il più possibile in costante presenza d'acqua, la parte apicale della pianta, che raramente supera i dieci centimetri, presenta in primavera dei piccoli fiorellini bianchi.
Habitat del Nasturzio officinale
Si tratti di una pianta amante dell'acqua (meglio se alcalina), spesso rinvenibile lungo gli argini dei fiumi, dei laghetti, delle risaie, dei terreni paludosi. Ama la mezz'ombra ed è facilmente coltivabile anche su larga scala, specialmente col metodo della coltivazione idroponica.
Oggigiorno solo raramente viene coltivata e per lo più viene raccolta allo stato spontaneo. In molti paesi del nord Europa si pratica ancora una qualche forma di coltivazione del nasturzio, dove alcune ricette lo prevedono consumato al posto del più comune cavolo cappuccio.
Possiamo dedurre la bontà delle condizioni dell'habitat del nasturzio officinale dalla sua velocità di crescita, poiché quando trova le migliori condizioni ha una crescita particolarmente veloce.
Cenni storici
Esiste in Emilia e in Romagna una particolare ricetta tipica chiamata appunto “crescione”: si tratta bene o male di una specie di piadina o di calzone ripieno di formaggio ed erbe spontanee di campo, la principale delle queli è il nasturzio officinale.
Parlando di «nasturzio» si incorre spesso nel rischio di confondere due piante differenti: da un lato abbiamo il Nasturtium officinale, una brassicacea officinale chiamata comunemente crescione d'acqua; dall'altra troviamo il Tropaeolum majus, una tropaeolacea il cui nome volgare è nasturzio.
Sebbene anche quest'ultima sia commestibile, non è considerata una pianta officinale. Cenni al suo utilizzo come pianta officinale risalgono sino ai tempi di Ippocrate
NONI
Proprietà del Noni Molte delle proprietà del Noni sono da attribuire all'enzima xeronina, un importante componente della membrana cellulare che esercita un'azione rigenerativa e riparatrice sulle cellule danneggiate e regola la funzione delle proteine.
Il succo conferisce energie e combatte la debolezza, perché gli enzimi in esso contenuti favoriscono l'assimilazione degli aminoacidi, delle vitamine e dei sali minerali. Il Noni stimola anche la secrezione delle endorfine e della serotonina, migliorando l'efficienza mentale e il tono dell'umore. Il Noni, inoltre ha le seguenti proprietà:
Produce effetti unici antidolorifici ed antinfiammatori. Regola la funzione cellulare e la rigenerazione cellulare delle cellule danneggiate. Elimina e lotta contro molti tipi di batteri, come E. Coli. Stimola la produzione delle cellule T nel sistema immunitario (le cellule T svolgono un ruolo chiave nello sconfiggere ed annientare le malattie). Inibisce la crescita dei tumori. Ha proprietà adattogeniche. I costituenti più importanti del Noni sono:
Vitamine e minerali: il Noni è ricco di vitamina A e C, fondamentali per il nostro corpo, in quanto sono entrambe coinvolte in numerose attività biochimiche. In particolare, il succo è una buona fonte di vitamina C (o acido ascorbico), importante per il sistema immunitario e per l’azione antiossidante. Inoltre, il frutto di Noni contiene minerali come magnesio, ferro, potassio, selenio, zinco, calcio, sodio, rame e zolfo. Proxeronina e xeronina: la proxeronina è un alcaloide e rappresenta un precursore della xeronina. Quest'ultima sostanza è implicata in un gran numero di processi biochimici e sembra prendere parte al metabolismo delle proteine. Inoltre, favorisce l'assorbimento a livello intestinale di minerali, aminoacidi e vitamine, assunti con l'alimentazione. Cumarine: sono sostanze naturali con funzioni anticoaugulanti, flebotoniche, antispasmodiche ed antibatteriche. La scopoletina è tra le principali cumarine presenti. Questa ha dimostrato di possedere un'attività epatoprotettiva ed un effetto adattogeno. La scopoletina protegge il sistema cardiocircolatorio, normalizza la pressione sanguigna, esercita un'azione antinfiammatoria ed antistaminica. Terpeni e terpenoidi: i terpeni svolgono un'azione antiossidante contrastando i radicali liberi. Nel Noni sono presenti: l'eugenolo (antisettico e anestetico), il beta-carotene (precursore della vitamina A) e l'acido ursolico. I terpenoidi sono composti correlati ai terpeni e possiedono importanti proprietà antiossidanti. Polisaccaridi (acido glucuronico, arabinosio, galattosio): sono polimeri costituiti da monosaccaridi che possono agire come immunostimolanti. Serotonina: è un neurotrasmettitore che svolge a livello del sistema nervoso centrale un ruolo importante nella regolazione dell'umore, del ritmo sonno-veglia, dello stimolo della fame e della termoregolazione. La serotonina influenza la percezione del dolore e stimola la biosintesi della melatonina. Infine, l'effetto sinergico di scopoletina, serotonina e xeronina è in grado di stabilizzare anche i valori della glicemia. Damnacantale: è un alcaloide che incrementa le difese immunitarie stimolando la produzione di macrofagi e sembra avere un'azione inibitrice su alcune cellule pre-cancerogene. Altre importanti sostanze fitochimiche contenute nel Noni sono: antiossidanti, acido deacetilasperulosidico, niacina (vitamina B3), caroteni, acido linoleico, acido caprilico e caproico, antrachinoni, flavonglicosidi, alcaloidi, beta-sitosterolo, flavonoidi, catechina, aminoacidi, proteine, carboidrati, fibre, fruttosio. Tutti questi elementi aiutano a migliorare e potenziare le prestazioni del nostro sistema immunitario ed inoltre c’è da considerare che conferiscono molte altre proprietà come ad esempio di tipo analgesico, sedativo e antinfiammatorio.
Il noni è ricco di magnesio
Modalità d'uso L'uso del Noni è particolarmente indicato per sostenere momenti particolarmente faticosi associati allo stress, migliorare la concentrazione e il tono dell'umore. Il succo è il derivato della Morinda citrifolia più diffuso in commercio. Quello presente sul mercato non è costituito esclusivamente dal frutto "puro al 100%".
In linea generale, il derivato del Noni è miscelato con i succhi di altri frutti (come il mirtillo, la mela e l'uva), allo scopo di migliorarne il sapore che, per natura, ha un sapore acido e un odore sgradevole. Il succo dovrebbe essere assunto a digiuno per evitare eventuali interferenze con altri alimenti. Dopo aver bevuto il Noni, è importante aspettare almeno mezz’ora prima di mangiare, poiché la digestione può compromettere l'assorbimento dei principi attivi contenuti nel succo.
Per quanto riguarda il dosaggio è preferibile attenersi alle indicazioni fornite dal produttore, presenti sulla confezione (in genere bastano due cucchiai di succo al giorno). Si sconsiglia di assumere il succo di Noni insieme a latte, caffè, tè o alcol, perché queste bevande rischiano di limitare il corretto assorbimento delle sostanze contenute nel Noni da parte dell'organismo. In genere, è consigliabile non abbinarlo nemmeno al fumo del tabacco e al guaranà, per evitare di stressare in maniera eccessiva il metabolismo.
Per ottenere un effetto benefico è indispensabile consumare regolarmente e con continuità (per almeno un mese) il succo di Noni. Il succo del Noni è un prodotto recentemente famoso e messo in vendita come supplemento dietetico o nutrizionale. Chiunque volendo può integrare il succo di noni nella propria dieta, non prima però di avere avuto un consulto col medico di base, soprattutto per quei casi che comprendono un uso ordinario di altri farmaci prescritti.
Le foglie del Noni vengono usate anche come alimento per gli animali domestici e per i bachi da seta (India). A Porto Rico i frutti vengono usati come alimento per i maiali. La corteccia del Noni contiene un pigmento rosso e le radici contengono un pigmento giallo; entrambi sono usati, con minori rese di altre specie del genere Morinda, per la produzione di coloranti per tessuti e pellami. Il legno è utilizzato, come il legno di altre specie arboree, per costruzioni, legna da ardere, sculture ecc. Dai semi si ricava un olio repellente per gli insetti.
Controindicazioni del Noni Non ci sono effetti collaterali formalmente accertati ed il prodotto è da considerarsi sicuro, se sono rispettate le dosi indicate. Durante le prime assunzioni, il succo di Noni potrebbe provocare sensazioni di fastidio allo stomaco e all'apparato digerente, in alcuni soggetti particolarmente sensibili. Questo tipo di disturbo svanisce normalmente entro le prime due settimane di assunzione.
Il succo di Noni possiede un buon contenuto di potassio e dovrebbe essere evitato per i soggetti che soffrono di insufficienza renale.
L'assunzione di determinati medicinali in combinazione con il Noni potrebbe produrre una moderata interazione e perciò richiede attenzione. È consigliabile non utilizzare il succo di noni durante la gravidanza o l'allattamento, in bambini o in persone con malattie epatiche o renali. Inoltre, è necessario ricordare che il prodotto naturale ha una forte azione energizzante, che può provocare in alcune persone degli effetti eccitanti.
Un eccessivo dosaggio di noni potrebbe portare a difficoltà intestinali con effetti lassativi, come diarrea, gonfiore di stomaco o altri problemi intestinali che però dovrebbero regredire rapidamente. Altri effetti collaterali, sempre in caso di sovradosaggio, potrebbero essere legati a difficoltà respiratorie e reazioni allergiche. In qualsiasi caso di malessere, si consiglia di interrompere immediatamente l’assunzione di noni e di consultare il proprio medico per accertamenti.
Descrizione della pianta Il Noni (Morinda citrifolia) è una pianta appartenente alla famiglia delle Rubiacee. È conosciuta anche come gelso indiano, nonu, nono, bumbo, lada, munja, e Canary wood. Il noni è un piccolo albero sempreverde, con altezza di solito compresa tra 3 e 6 m (eccezionalmente fino a 10).
Le foglie sono ellittiche o ovate e piuttosto grandi (da 20 a 45 cm). I fiori sono forniti di 5 petali (anche 6) e sono riuniti in infiorescenze globose. Ciò che viene chiamato frutto è in realtà un sincarpo, cioè la fusione di molti piccoli frutti in un'unica massa (come accade per le more di gelso). Il Noni è una delle poche piante che produce fiori in presenza del frutto e produce frutti in tutti i mesi dell'anno.
Il frutto del Noni quando è maturo, è lungo 5–10 cm, è tenero ed esala un odore sgradevole, che richiama alla mente l’odore del formaggio maturo. Si ritiene che la diffusione del Noni in un'ampia area geografica sia dovuta alla particolarità dei semi che, dotati di una sacca d’aria, possono galleggiare sull’acqua per mesi restando vitali e, portati dalle correnti, possono percorrere grandi distanze. Le radici hanno una forte capacità di espandersi lateralmente.
L'habitat del Noni Il Noni è originario del sud-est asiatico, tropicale e temperato-caldo, dall'India fino a Taiwan e fino all'Australia settentrionale. La specie si è inselvatichita in altre aree dove è stata portata dall'uomo. Può essere coltivato su tutti i tipi di suoli, acidi, neutri o alcalini, e resiste anche a elevate concentrazioni saline, per cui è possibile trovarlo in prossimità delle spiagge.
Sopporta esposizioni soleggiate e in ombra e climi aridi o umidi. Il massimo centro di coltivazione è la Polinesia, in particolare Tahiti.
Cenni storici Tradizionalmente nelle culture hawaiane e polinesiane la pianta era considerata sacra e veniva venerata perché fonte di vita. I guaritori indigeni kahuna, che utilizzavano erbe e piante autoctone, la chiamavano “albero della vita”, “pianta che uccide il dolore” e anche “albero del mal di testa”. Tutte le parti del Noni (corteccia, radici, foglie, fiori e frutti) sono state utilizzate in erboristeria per le loro proprietà medicinali.
La pianta del Noni è stata usata per più di 1.500 anni dagli indigeni Polinesiani come il più importante rimedio per la salute. Per più di 2000 anni i guaritori Polinesiani hanno fatto uso di foglie, radici, cortecce, fiori e frutti del Nonu in modo da poter preparare rimedi efficaci per le centinaia di malattie che minacciavano la salute. Il NonI viene considerata la "pianta sacra".
Tradizionalmente i guaritori indigeni della Polinesia preparavano un succo utilizzando i frutti maturi che venivano lasciati fermentare al sole per lunghi periodi. Ancora oggi le aziende che hanno avviato il business internazionale attorno al fenomeno Noni seguono l'antico e tradizionale metodo di fermentazione.