Hildegard von Bingen visse dal 1098 al 1179 nell’Assia renana, nel cuore della Germania, all’epoca detta Franconia. Nacque a Bermersheim, in un castello a una ventina di chilometri da Magonza, da famiglia aristocratica. Di lì a poco il papa Urbano II avrebbe indetto la I crociata e dato inizio a uno dei più vergognosi momenti della storia umana. Hildegard fin da bambina fu, a suo dire, di salute cagionevole e soggetta a forti emicranie in concomitanza con visioni escatologiche e cosmogoniche. Nel 1106, a 8 anni, ebbe inizio la sua vita monastica. E’ indiscutibile che molte delle sue opere siano frutto di una connessione superiore, poiché sarebbe stato davvero impossibile per una donna, con la cultura e la posizione sociale che quei tempi le consentivano e in una sola vita per quanto lunga, produrre una tale quantità di materiale e di studi: dalle composizioni musicali alla medicina alle scienze, dall’erboristeria all’alimentazione alla cosmogonia, oltre all’arte di guarire con l’imposizione delle mani, col canto, con i cristalli o con la sua sola presenza, tant’era il suo carisma. Gli scritti che ci ha lasciato sono: la trilogia cosmogonica e visionaria –composta dai libri “Scivias”, “Liber Vitae Meritorum” e “Liber Divinorum Operum”; una notevole quantità di lavori musicali raccolti sotto il nome di "Symphonia harmoniae celestium revelationum" divisa in due parti: i canti o “Carmina” e l'opera drammatica musicata “Ordo Virtutum”. Il suo contributo toccò anche le scienze naturali, poiché scrisse due libri che raccoglievano tutto il sapere medico e botanico del suo tempo: "Physica" o Libro delle medicine semplici, dove descrive i rimedi naturali e "Causae et curae" o Libro delle medicine composte dove descrive cause e trattamento dei disturbi. Compì i suoi quattro viaggi di predicazione nelle principali città dell'Europa centrale, all’epoca veramente estenuanti poiché naturalmente viaggiava a cavallo, dopo i 63 anni. Si pensi che, nell'arco di una dozzina di anni, predicò nelle cattedrali di Magonza,Colonia, Treviri, Liegi, Metz e Werden: tranne la prima città che si trovava a soli 30 km da Bingen, le altre distavano tutte mediamente 250 km e oltre. Fu proclamata Dottore della chiesa dal papa Ratzinger nel 2012. Va detto che all’epoca in cui visse Hildegard, in Germania le erboriste e le guaritrici operavano pubblicamente. Per loro non era ancora cominciata l’orrenda minaccia della caccia alle streghe, che iniziò circa 300 anni dopo, quando due inquisitori domenicani, Heinrich Kramer e Jacob Sprenger, inviati in Germania dal papa Innocenzo VIII, approntarono un manuale che conteneva tutte le informazioni utili per “riconoscere, interrogare e punire streghe”. L'opera, pubblicata a Strasburgo nell'inverno tra il 1486 e il 1487 è il tristemente famoso Malleus Maleficarum. Per il momento, in quella vita, dunque Hildegard non correva l’immediato rischio di essere bruciata sul rogo, sebbene la sua indipendenza, cultura, determinazione e anticonformismo le attirarono comunque l’odio dell’abate e di tutti gli emissari di Roma chiamati a giudicare le sue visioni. La völva è una maga esperta nella divinazione e negli oracoli: lo sciamanismo nei Paesi germanici era esercitato esclusivamente dalle donne. La völva è una veggente e una sacerdotessa presso il popolo dei Germani e nei paesi nordici. In norreno antico völva significa “portatrice della bacchetta” o “portatrice del bastone magico” e deriva dal proto-germanico walwōn, collegato alla parola inglese “wand”, bacchetta. Questa chiave di lettura mi è stata indicata dalla studiosa tedesca Sofie della Vanth, che ho incontrata nel febbraio 2014. Le informazioni storiche sulla vita e le opere di Hildegard von Bingen sono tratte da: “Guarigione del corpo e dell’anima” di H. Strickerschmidt, ed. Centro di benessere psicofisico 1995 traduzioni e interpretazioni ad opera delle suore dell’Abbazia di Santa Ildegarda ad Eibingen; “Il caso Hildegard” di R. Altieri in Officinae 12/2004; “Vision” film di Margarethe Von Trotta 2009; “La medicina di Santa Ildegarda” di W.Strehlow, ed. Mediterranee 2002; “Le cure di Sant’Ildegarda” a cura di Fausta Vaghi, Demetra ed. 1996; “Ildegarda la potenza e la grazia” di L.Tancredi, Città Nuova ed. 2009. Il libro di Devana ANTENATE LA VISIONE DELLE DONNE è scaricabile gratuitamente dal suo sito https://devanavision.it/opere/
Hildegard von Bingen visse dal 1098 al 1179 nell’Assia renana, nel cuore della Germania, all’epoca detta Franconia. Nacque a Bermersheim, in un castello a una ventina di chilometri da Magonza, da famiglia aristocratica. Di lì a poco il papa Urbano II avrebbe indetto la I crociata e dato inizio a uno dei più vergognosi momenti della storia umana. Hildegard fin da bambina fu, a suo dire, di salute cagionevole e soggetta a forti emicranie in concomitanza con visioni escatologiche e cosmogoniche. Nel 1106, a 8 anni, ebbe inizio la sua vita monastica. E’ indiscutibile che molte delle sue opere siano frutto di una connessione superiore, poiché sarebbe stato davvero impossibile per una donna, con la cultura e la posizione sociale che quei tempi le consentivano e in una sola vita per quanto lunga, produrre una tale quantità di materiale e di studi: dalle composizioni musicali alla medicina alle scienze, dall’erboristeria all’alimentazione alla cosmogonia, oltre all’arte di guarire con l’imposizione delle mani, col canto, con i cristalli o con la sua sola presenza, tant’era il suo carisma. Gli scritti che ci ha lasciato sono: la trilogia cosmogonica e visionaria –composta dai libri “Scivias”, “Liber Vitae Meritorum” e “Liber Divinorum Operum”; una notevole quantità di lavori musicali raccolti sotto il nome di "Symphonia harmoniae celestium revelationum" divisa in due parti: i canti o “Carmina” e l'opera drammatica musicata “Ordo Virtutum”. Il suo contributo toccò anche le scienze naturali, poiché scrisse due libri che raccoglievano tutto il sapere medico e botanico del suo tempo: "Physica" o Libro delle medicine semplici, dove descrive i rimedi naturali e "Causae et curae" o Libro delle medicine composte dove descrive cause e trattamento dei disturbi. Compì i suoi quattro viaggi di predicazione nelle principali città dell'Europa centrale, all’epoca veramente estenuanti poiché naturalmente viaggiava a cavallo, dopo i 63 anni. Si pensi che, nell'arco di una dozzina di anni, predicò nelle cattedrali di Magonza,Colonia, Treviri, Liegi, Metz e Werden: tranne la prima città che si trovava a soli 30 km da Bingen, le altre distavano tutte mediamente 250 km e oltre. Fu proclamata Dottore della chiesa dal papa Ratzinger nel 2012. Va detto che all’epoca in cui visse Hildegard, in Germania le erboriste e le guaritrici operavano pubblicamente. Per loro non era ancora cominciata l’orrenda minaccia della caccia alle streghe, che iniziò circa 300 anni dopo, quando due inquisitori domenicani, Heinrich Kramer e Jacob Sprenger, inviati in Germania dal papa Innocenzo VIII, approntarono un manuale che conteneva tutte le informazioni utili per “riconoscere, interrogare e punire streghe”. L'opera, pubblicata a Strasburgo nell'inverno tra il 1486 e il 1487 è il tristemente famoso Malleus Maleficarum. Per il momento, in quella vita, dunque Hildegard non correva l’immediato rischio di essere bruciata sul rogo, sebbene la sua indipendenza, cultura, determinazione e anticonformismo le attirarono comunque l’odio dell’abate e di tutti gli emissari di Roma chiamati a giudicare le sue visioni. La völva è una maga esperta nella divinazione e negli oracoli: lo sciamanismo nei Paesi germanici era esercitato esclusivamente dalle donne. La völva è una veggente e una sacerdotessa presso il popolo dei Germani e nei paesi nordici. In norreno antico völva significa “portatrice della bacchetta” o “portatrice del bastone magico” e deriva dal proto-germanico walwōn, collegato alla parola inglese “wand”, bacchetta. Questa chiave di lettura mi è stata indicata dalla studiosa tedesca Sofie della Vanth, che ho incontrata nel febbraio 2014. Le informazioni storiche sulla vita e le opere di Hildegard von Bingen sono tratte da: “Guarigione del corpo e dell’anima” di H. Strickerschmidt, ed. Centro di benessere psicofisico 1995 traduzioni e interpretazioni ad opera delle suore dell’Abbazia di Santa Ildegarda ad Eibingen; “Il caso Hildegard” di R. Altieri in Officinae 12/2004; “Vision” film di Margarethe Von Trotta 2009; “La medicina di Santa Ildegarda” di W.Strehlow, ed. Mediterranee 2002; “Le cure di Sant’Ildegarda” a cura di Fausta Vaghi, Demetra ed. 1996; “Ildegarda la potenza e la grazia” di L.Tancredi, Città Nuova ed. 2009. Il libro di Devana ANTENATE LA VISIONE DELLE DONNE è scaricabile gratuitamente dal suo sito https://devanavision.it/opere/