di giuseppe merlino
Nessuna cosa vivente deve essere uccisa, non il più piccolo animale o insetto, perché ogni vita è sacra.
È meglio se sei un vagabondo e viaggi da solo, anziché ammuffire in compagnia degli stolti!
Per vedere ciò che pochi hanno visto dovete andare dove pochi sono andati.
Pochi sono fra gli uomini quegli esseri che toccano l’altra sponda: tutta questa altra gente, invece, corre su e giù per la spiaggia
Non date fede ai vecchi manoscritti, non credete una cosa perché il vostro popolo ci crede o perché ve l’hanno fatto credere dalla vostra infanzia. Ad ogni cosa applicate la vostra ragione; quando l’avrete analizzata, se pensate che sia buona per tutti e per ciascuno, allora credetela, vivetela, e aiutate il vostro prossimo a viverla a sua volta.
È più importante impedire a un animale di soffrire, piuttosto che restare seduti a contemplare i mali dell’Universo pregando in compagnia dei sacerdoti.
L’uomo deve salvare se stesso con i propri sforzi, nessuno può fare per lui quel ch’egli deve fare per se stesso.
Siamo ciò che pensiamo. Tutto ciò che siamo è prodotto dalla nostra mente.
Il viaggiatore, se non incontra a tenergli compagnia uno migliore di lui o simile a lui, proceda decisamente da solo: con lo stolto non vi è compagnia.
Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi.
Nella mente ha origine la sofferenza; nella mente ha origine la cessazione della sofferenza.
I fontanieri incanalano l’acqua, gli armaioli piegano i dardi, i falegnami piegano il legno, i saggi piegano se stessi.
Io non cerco nessuna ricompensa, nemmeno di rinascere in cielo, ma cerco il bene degli uomini: cerco di ricondurre coloro che si sono persi e d’illuminare coloro che vivono nelle tenebre.
Vinci pure mille volte mille uomini in battaglia: solo chi vince se stesso è il guerriero più grande.
Non c’è niente di costante, tranne il cambiamento.
Meno avete, e meno dovete preoccuparvi.
Chi è in grado di andare al di là di questo mondo e del mondo della morte con tutti i suoi dei?
Voi siete gli artefici della vostra condizione, passata, presente e futura. La felicità o la sofferenza, dipendono dalla mente, dalla vostra interpretazione, non dipendono dagli altri, da cause esteriori o da esseri superiori. Ogni problema e ogni soddisfazione è creato da voi, dalla vostra mente.
Tutti gli elementi dell’esistenza sono impermanenti. Tutti gli elementi dell’esistenza sono dolorosi. Tutti gli elementi dell’esistenza sono privi di essenza.
L’attenzione conduce all’immortalità, la disattenzione alla morte; gli attenti non muoiono mai, i disattenti sono come morti.
Se volete ottenere l’illuminazione, non dovete studiare innumerevoli insegnamenti. Approfonditene solo uno. Quale? La grande compassione. Chiunque abbia grande compassione, possiede tutte le qualità del Buddha nel palmo della propria mano.
La morte sarà bellissima, se sai comunicare con la morte. È un dissolversi, cadi di nuovo nella fonte dell’essere per rilassarti e per rinnovarti. Significa, svanire nella fonte dell’esistenza e puoi rinascere un’altra volta, finché diventi un risvegliato ….
Per colui il cui pensiero è instabile, che non conosce la Buona Legge, la cui calma mentale è turbata, per costui la conoscenza non è completa. Per colui il cui pensiero non divaga, la cui mente non è trascinata, che ha abbandonato bene e male, per colui che è vigilante, per costui non esiste la paura.
Coloro che controllano il pensiero, che viaggia lontano, che cammina solo, incorporeo, che alloggia nella caverna del cuore, costoro si liberano dai vincoli dell’illusione.
Abbandona le cose passate, abbandona le cose avvenire, abbandona ciò che sta in mezzo, quando tendi verso l’altra sponda dell’essere. Se la tua mente è libera in ogni senso, non ritornerai più nel ciclo di nascita e vecchiaia.
Recidi l’amore verso te stesso, come un loto di autunno, con la mano! Volgiti alla via della calma interiore!
Lunga è la notte per l’insonne, lungo è il cammino per il viaggiatore stanco, lungo il vagare attraverso molte vite per l’inconsapevole che non ha ancora trovato la via dell’Illuminazione.
Cent’anni di rituali, migliaia di sacrifici non valgono l’onorare anche solo per un attimo colui che conosce se stesso.
Questo è il cammino ariano ad otto vie: giusta visione, giusto scopo, giusto eloquio, giusta azione, giusta vita, giusto sforzo, giusta attenzione, giusta contemplazione.
Esiste, o monaci, un non nato, non evoluto, non fatto, non condizionato. Se non ci fosse questo non nato, non evoluto, non fatto, non condizionato, non si potrebbe scorgere via di scampo dal nato, evoluto, fatto, condizionato. Ma poiché, invece, c’è un non nato, non evoluto, non fatto, non condizionato, si scorge una via di scampo dal nato, evoluto, fatto, condizionato.
Il racconto buddista che ci insegna a ignorare chi ci fa del male
Di solito si tende a dare troppa importanza a ciò che gli altri pensano di noi, al modo in cui ci trattano o si rivolgono a noi stessi. Il buddismo promuove l’esatto opposto: ecco perché il racconto buddista che segue può insegnarci tanto.
Così come in altri aspetti, come il modo in cui ci si connette con l’universo, la filosofia buddista è diversa da quella occidentale e ci insegna a mantenerci “scollegati” dalle cose che gli altri dicono di noi. Questo insegnamento buddista è spiegato ancora meglio attraverso il racconto che segue.
Un uomo si avvicinò a Buddha e, senza proferire parola, gli sputò in faccia. I suoi discepoli si infuriarono.
Ananda, il discepolo più vicino, chiese a Buddha: “Dammi il permesso di dare a quest’uomo il dovuto!“.
Buddha si pulì il viso con le mani e con serenità rispose: “No, gli parlerò io“.
E, unendo le mani in segno di riverenza, disse all’uomo: “Grazie. Col tuo gesto mi hai permesso di dimostrare che l’ira mi ha abbandonato. Te ne sono molto grato. Il tuo gesto ha dimostrato anche che Ananda e gli miei discepoli sono ancora vulnerabili all’ira. Molte grazie! Ti siamo molto riconoscenti!“.
Ovviamente, l’uomo non credeva a ciò che stava ascoltando, si sentì imbarazzato e rattristito per il suo gesto.
Semplice ma forte, questo racconto ci lascia un messaggio molto chiaro. Non si tratta solo di ignorare gli atteggiamenti negativi degli altri. A volte, può far bene anche non prendere sul serio elogi e lusinghe. Mantenerci distanti da questi elogi può essere un modo per tenere sotto controllo l’ego.
Il buddismo può insegnarci davvero tanto.
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