Lavanda
La lavanda (Lavandula angustifolia) è una pianta della famiglia delle Lamiaceae. Grazie alle proprietà dei suoi oli essenziali, la lavanda è utile per mal di testa, insonnia, tosse e punture di insetto. Scopriamola meglio.
Proprietà della lavanda
I fiori della lavanda sono utilizzati in fitoterapia per le numerose proprietà dovute alla presenza dell'olio essenziale (linalolo, acetato di linalile, limonene, cineolo, canfora, alfa-terpineolo, beta-ocimene), tannini, acido ursolico, flavonoidi e sostanze amare. Questi principi attivi conferiscono alla pianta azione sedativa e calmante sul sistema nervoso, da utilizzare in caso di ansia, agitazione, nervosismo, mal di testa e stress e insonnia.
La lavanda svolge anche un'azione balsamica sulle vie respiratorie per questo è impiegata efficacemente nel trattamento di tutte le malattie da raffreddamento: influenza, tosse, raffreddore e catarro.
Inoltre la pianta, limitando la formazione e soprattutto il ristagno di gas a livello gastro-intestinale, possiede proprietà carminative e antispasmodiche in quanto calma dolori e gli spasmi addominali e aiuta a distendere la muscolatura del ventre.
La lavanda è un calmante nervino e antispasmodico molto usato nella causa delle vertigini, delle emicranie e dei dolori nervosi di testa.
Per uso esterno vanta proprietà detergenti, antinfiammatorie, analgesiche, antibatteriche, cicatrizzanti e decongestionanti. La pianta è utilizzata per detergere ferite e piaghe; per alleviare il prurito e le punture di insetti; e per ridurre le irritazioni del cavo orale. In ambito cosmetologico viene usata l'olio essenziale di lavanda come profumo.
Modalità d'uso
USO INTERNO
Nella moderna fitoterapia la lavanda viene utilizzata sottoforma di estratti secchi titolati, infuso, essenza, polveri e tintura madre.
INFUSO: 1 cucchiaio raso di fiori di lavanda, 1 tazza d’acqua
Versare i fiori di lavanda nell’acqua bollente, spegnere il fuoco, coprire e lasciare in infusione per 10 min. Filtrare l’infuso e berlo al momento del bisogno in caso di ansia o nervosismo e insonnia.
30 gocce di tintura madre tre volte al giorno, in presenza meteorismo, flatulenza, dolori addominali
USO ESTERNO
2-3 gocce di olio essenziale di lavanda in caso di ustioni, ferite, piaghe, apporta sollievo in presenza di punture d'insetti, eritemi solari, irritazioni causate da medusa.
Controindicazioni
Non ci sono particolari controindicazioni nell'utilizzo della lavanda. L'olio essenziale estratto dalla pianta può risultare tossica in caso di sovradosaggio, se assunto per via orale, come tutti gli oli essenziali. Sono noti anche rari casi di dermatite allergica.
Descrizione della pianta
Arbusto sempreverde e perenne di piccole dimensioni (60-100 cm.) con fusti eretti, legnosi alla base e rami laterali leggermente prostrati. Ha foglie lineari e lanceolate di colore verde-grigiastro. I fiori alquanto profumati, sono raggruppati in sottili spighe blu violette.
Habitat della lavanda
Originaria della macchia mediterranea, la lavanda è una pianta che resiste molto bene sia alle temperature torride che a quelle rigide invernali. Cresce bene in terreni asciutti, calcarei e profondi; tollera male quelli acidi; mentre si adatta bene a quelli alcalini. Esistono varie specie di lavanda spontanea che hanno areali di diffusione diversi anche se si riconducono tutti alla regione mediterranea. La specie presente ad altitudini superiori a 500-600 m.
Cenni storici
La lavanda fu pianta preziosa agli Antichi Romani che mettevano mazzetti di fiori nell'acqua dei bagni termali e già allora veniva utilizzata come base per raffinati profumi e nella preparazione di decotti e infusi usati per la bellezza della pelle e dei capelli. In un passato più recente sappiamo che in ogni casa di città o di campagna non c'era armadio o cassettone che non avesse sacchettini di lavanda per profumare la biancheria e tenere lontane le tarme.
Infatti dalle infiorescenze si estrae un'essenza molto pregiata per distillazione in corrente di vapore, spesso eseguita nel posto di raccolta. I fiori per l'erboristeria vengono raccolti all'inizio della fioritura, mentre per le industrie cosmetiche e profumiere nel periodo di massima fioritura.
Luppolo
Il luppolo (Humulus lupulus) è un pianta appartenente alla famiglia delle Cannabaceae. Utile contro lo stress e il mal di testa, aiuta la digestione e la rigenerazione di pelle e capelli. Scopriamolo meglio.
Proprietà del luppolo Da sempre il luppolo ha accompagnato la storia di molti popoli nordici non solo per la produzione di birra ma anche per le sue spiccate proprietà, visto che in esso nel tempo sono stati analizzati centinaia e centinaia di diversi principi attivi.
È in grado di agire sul sistema nervoso come ipnoinduttore e blando sedativo, ottimo per combattere l'insonnia, il mal di testa e molte forme di gastrite e riflussi gastrici di origine nervosa.
Inoltre, supporta il lavoro della digestione, contribuisce a lenire i disturbi legati alla menopausa e aiuta la rigenerazione della pelle e dei capelli. Questo suo uso storico lo ha fatto entrare nel Formulario Galenico Nazionale in miscela con altre erbe per specie per tisane ad uso sedativo e calmante.
Modalità d'uso La pianta del luppolo conta oltre 100 principi attivi e in particolare numerosi terpeni, acidi amari, tannini, flavonoidi e fitoestrogeni che possono essere usati sia per via interna che per via esterna.
USO INTERNO: la tisana sottoforma di infuso di luppolo è l’ideale per agevolare il sonno, per combattere il mal di testa e per calmare tosse e dolori allo stomaco. Per prepararla servono 5 g di coni di luppolo essiccati per 250 ml di acqua.
L’assunzione è di una tazza di infuso sino a 3 volte al giorno dopo i pasti principali è sufficiente per avere gli effetti benefici ad esempio come rimedio per l’insonnia o per calmare la tosse.
Ad uso interno possiamo trovare capsule di estratto secco da assumere durante il giorno secondo il dosaggio riportato sulla confezione. Vengono inoltre prodotti naturali come la tintura madre, la polvere e altri rimedi monodose tutti di derivazione della sostanza che si estrae dal fiore femminile del luppolo che viene nominata luppolina.
Le proprietà rimangono sempre rivolte a contrastare i disturbi di insonnia, nervosismo, dismenorrea e problemi digestivi.
USO ESTERNO: l'infuso è ottimo anche per gli impacchi in caso di pelle secca, dolori muscolari e infiammazioni. Concentrando l'infuso si possono ottenere lozioni molto efficaci.
Controindicazioni del luppolo Tra i numerosi principi attivi del luppolo ve ne sono alcuni non indicati in caso di gravidanza, di cure ormonali, di assunzione di psicofarmaci o di alcool. In caso di uso dei barbiturici è sconsigliato perché somma l’effetto aumentando il tempo di durata del sonno.
Descrizione della pianta Il luppolo è battezzato come Humulus lupulus ed è una pianta perenne a portamento rampicante che può crescere sino a 7 metri di altezza.
Presenta foglie cuoriformi con margine seghettato e incise da 3 a 5 lobi. La pagina inferiore della foglia è resinosa mentre quella superiore è più ruvida.
Nella pianta di luppolo troviamo fiori unisessuali verdognoli: i fiori delle piante femmine sono coni membranosi mentre quelli delle piante maschili sono pannocchie pendule che portano il polline. Non sono fiori appariscenti proprio perché è il vento è responsabile dell’impollinazione e quindi la una colorazione del fiore non è necessaria per attirare gli insetti. La fioritura avviene in estate.
La parte che viene utilizzata per ottenere i rimedi erboristici sono i coni dei fiori femminili che sono ricchi di ghiandole resinose, produttrici di sostanze amare e oli essenziali, specifiche delle proprietà del luppolo.
Habitat del luppolo Generalmente il luppolo ama terreni umici e freschi, meglio ancora se lavorati. Lo si rinviene facilmente lungo i fiumi ed i corsi d'acqua al di sotto dei 1200 metri
Cenni storici Il luppolo è della famiglia delle Cannabaceae, la stessa della Cannabis sativa e, infatti, come si è scritto, è un ottimo sedativo e analgesico che può trovare impiego nella medicina naturale in molte situazioni anche cliniche.
Nella cucina tradizionale contadina i giovani butti di luppolo in primavera venivano raccolti alla stregua degli asparagi e cucinati allo stesso modo ottenendo ottimi piatti caserecci.
La pianta del luppolo è conosciuta per l’uso come ingrediente della birra che nella storia dona il suo sapore amarognolo a questa bevanda ma forse non tutti sanno che è stato scelto anche perché oltre al suo sapore mantiene la birra con meno schiuma e la conserva per più tempo grazie alla presenza dei suoi principi attivi ad azione antibatterica naturale.
Di Mira Tonioni
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