PAPAVERO
Proprietà Del Papavero
Gli alcaloidi presenti nel papavero sono utilizzati in medicina come sedativi della tosse e a scopo antidolorifico, perché in grado di agire a livello dei recettori del dolore. Dal lattice gli alcaloidi estratti, utilizzati in medicina, sono la morfina come potente antidolorifico (usata come farmaco di scelta anche nella cura palliativa di malattie terminali) e la codeina (presente in molte formulazioni farmaceutiche contro la tosse).
Attività biologica
Il papavero non ha ottenuto l'approvazione ufficiale per alcun tipo d'indicazione terapeutica; tuttavia, al suo interno sono contenuti particolari alcaloidi che vengono ampiamente utilizzati in ambito medico.
Più nel dettaglio, tali alcaloidi vengono estratti dal lattice ottenuto per incisione delle capsule immature della pianta.
L'alcaloide maggiormente contenuto nel papavero è la morfina (3-23%), un potente analgesico che esercita la sua attività attraverso la stimolazione dei recettori oppioidi μ. In verità, subito dopo la sua assunzione, la morfina può provocare uno stato di euforia, ma tale stato è solo transitorio e poco dopo compaiono i sintomi depressivi e gli effetti narcotici. Inoltre, la morfina è anche in grado di deprimere il centro del respiro, rallentare la velocità di svuotamento gastrico, causare costipazione e ritenzione urinaria.
La codeina - oltre ad esercitare un'azione analgesica attraverso il medesimo meccanismo d'azione della morfina - è anche in grado di deprimere il centro nervoso della tosse e, per tale ragione, costituisce il principio attivo di diversi farmaci antitussivi.
L'alcaloide papaverina, invece, ha dimostrato di possedere attività spasmolitiche e vasodilatatrici.
Tutti questi principi attivi appartengono alla cosiddetta famiglia degli analgesici oppioidi e, come tali, possono essere utilizzati solo sotto lo stretto controllo del medico.
Papavero nella medicina popolare e in omeopatia
Nella medicina popolare, l'oppio ottenuto dal papavero viene utilizzato come rimedio sedativo in caso di ulcere intestinali e tubercolosi intestinale. Inoltre, è impiegato come antispastico del tratto urinario, dei dotti biliari e della muscolatura liscia in generale, ma non solo. Infatti, la medicina tradizionale utilizza l'oppio anche per il trattamento di colelitiasi, calcoli renali, coliche, peritoniti, tosse e perfino per il trattamento di alcune forme depressive.
Nella medicina cinese, invece, l'oppio viene impiegato per il trattamento di disturbi quali diarrea, dissenteria e tosse.
Anche la medicina indiana sfrutta l'oppio per il trattamento di tosse, diarrea e dissenteria, oltre ad impiegarlo in caso di disturbi proctologici, infiammazioni oculari e auricolari.
Il papavero trova impieghi anche nella medicina omeopatica, dove lo si può facilmente trovare sotto forma di granuli.
In quest'ambito, il papavero rimedio omeopatico (preparato a partire dal lattice estratto dalle capsule della pianta) viene utilizzato in caso di costipazione, insonnia, decorsi post-operatori, spasmi e alcolismo cronico.
La dose di rimedio omeopatico da assumersi può variare da individuo a individuo, anche in funzione del tipo di disturbo che si vuole trattare e della tipologia di diluizione omeopatica che s'intende impiegare.
N.B.: le applicazioni del papavero per il trattamento dei suddetti disturbi non sono né approvate, né supportate dalle opportune verifiche sperimentali, oppure non le hanno superate. Per questo motivo, potrebbero essere prive di efficacia terapeutica o risultare addirittura dannose per la salute.
Effetti collaterali
In seguito all'assunzione di oppio possono manifestarsi effetti collaterali non indifferenti, quali: mal di testa, vertigini, spasmi, debolezza generalizzata, costipazione, prurito cutaneo ed eruzioni cutanee.
In seguito a sovradosaggio, invece, possono manifestarsi: euforia, riduzione delle capacità mentali, analgesia, miosi, bradicardia, nausea e vomito, edema polmonare, edema cerebrale, atonia, convulsioni, cianosi e diminuzione della frequenza cardiaca fino ad arrivare all'insufficienza respiratoria.
Controindicazioni
Evitare l'assunzione di papavero in caso d'ipersensibilità accertata verso uno o più componenti. Inoltre, l'utilizzo degli alcaloidi estratti dall'oppio è controindicato in gravidanza, durante l'allattamento, in pazienti con insufficienza respiratoria e/o elevata pressione intracranica e in pazienti affetti da pancreatiti, ulcere intestinali, coliche biliari, epatiti acute e porfiria.
Estrema cautela deve essere usata nei pazienti affetti da morbo di Addison o da ipotiroidismo.
Interazioni Farmacologiche
sedativi;
antistaminici.
Note
La medicina popolare indica come leggero sonnifero il papavero rosso o papavero dei campi (Papaver rhoeas), indicato anche come blando sedativo della tosse, pur sempre contenente sostanze alcaloidee, ma la cui efficacia e sicurezza non sono mai state dimostrate.
Tratto da www.my-personaltrainer.it/erboristeria/papavero.html
PSILLIO
Proprietà dello psillio Lo psillio è generalmente indicato per le stipsi croniche, perché i suoi semi lo rendono un efficacissimo ma innocuo lassativo naturale, grazie alla presenza di una mucillagine, che al contatto con l'acqua si rigonfia e aumenta di volume. Le mucillagini sono polisaccaridi di composizione chimica complessa, appartenenti alla categorie delle fibre idrosolubili e dotati di effetto emolliente e protettivo per le mucose e lassativo.
A contatto con l'acqua, infatti i semi si aprono completamente, aumentano di volume fino a di 30 volte il rispetto alla loro forma secca, producendo un gel capace di incrementare la quantità della massa fecale, ammorbidendone il contenuto. Questo effetto lubrificante lo rende utile in caso di emorroidi e ragadi anali, nella sindrome dell’intestino irritabile e diverticolosi; per la stitichezza in gravidanza e allattamento; per bambini e i cardiopatici e in tutti i casi in cui non si possono assumere lassativi che provocano la peristalsi in modo aggressivo e contrazioni muscolari.
Questa capacità di facilitare lo svuotamento dell’intestino e la defecazione in maniera delicata è chiamata "bulk forming", tipica dei lassativi che aumentano ed ammorbidiscono la massa fecale (detti "meccanici"), particolarmente apprezzati per la loro sicurezza ed efficacia, perché puliscono al loro passaggio le pareti intestinali e facilitano l’evacuazione, per effetto meccanico. Tuttavia lo psillio è utile non solo in caso di stitichezza, ma anche in caso di diarrea. In quest'ultimo caso agisce assorbendo l'eccesso di liquidi e aumentando la consistenza del bolo fecale (detto anche chimo).
La mucillagine ha inoltre proprietà antinfiammatorie e lenitive sulla mucosa, è quindi indicata nelle coliti e in tutte le irritazioni delle pareti del sistema gastroenterico.
I semi di psillio vantano anche proprietà prebiotiche, grazie alla loro capacità di favorire la crescita di una flora battericapsilli a discapito dei ceppi patogeni ad azione putrefattiva. Sono quindi utili per rinforzare le difese immunitarie, migliorare l'efficienza intestinale e prevenire il cancro al colon-retto (la loro fermentazione dà origine ad acidi grassi a corta catena che, oltre a fungere da substrato energetico per le cellule della mucosa del colon, sembrano esercitare un ruolo protettivo sullo sviluppo di questa patologia).
Infine, i semi contenendo questa fibra, contribuiscono a ridurre l'assorbimento intestinale dei grassi e degli zuccheri con diminuzione del colesterolo e dei trigliceridi e della glicemia a livello ematico.
Modalità d'uso USO INTERNO Come tutte le fibre, assunti in contemporanea con altri farmaci possono ridurre l’assorbimento intestinale di tali sostanze curative, sia sintetiche, che vegetali. Essi vanno quindi presi almeno 1 ora prima o almeno 3 ore dopo l’ingestione dello psillio. È importante ricordare che questa pianta va assunta con abbondante acqua.
Immergere 1-3 cucchiaini di semi di psillio in 150-200 ml d'acqua per ogni cucchiaino, lasciare macerare per diverse ore, oppure bere con abbondante acqua lasciando che il gel si formi all’interno dello stomaco. Assumerli mattina e sera, dopo i pasti.
Controindicazioni dello psillio Lo psillio, essendo un lassativo naturale, non deve essere usato per lunghi periodi. Infatti, un uso eccessivo può causare gonfiore, diarrea e flatulenza.
Descrizione della pianta Pianta erbacea annuale, da 10 a 30 cm. Fusto, eretto o ascendente, foglioso, peloso, poco ramificato. Le foglie sono sessili opposte o verticillate a 3, piatte e pelose.
I fiori sono biancastri, piccoli, e raccolti in spighe globulose, peduncolate con brattee corte, calice a sepali uguali, corolla a tubo rugoso trasversalmente. Il frutto è un pisside (capsula) che si apre con una fenditura circolare, racchiude 2 semi lucidi, bruni, lisci piccoli, insapori e inodore.
L'habitat dello psillio Originaria del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente, cresce principalmente su terreni semisabbiosi.
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